D i r i t t o
d e l l ’ U n i o n e
E u r o p e a
Appunti di Arianna Pinto
SAA - School of Management | Scuola di Amministrazione Aziendale
Facoltà: Scuola di Amministrazione Aziendale
Corso di Laurea in Management dell'Informazione e della Comunicazione
Aziendale
Esame: Diritto dell’Unione Europea
Docente: Gabriella Perotto
A.A. 2021/2022
Tesi
online
A P P U N T I
Tesionline
DALLA STORIA ALL’ATTUALITA
L’UE è un’organizzazione internazionale, creata sulla base della volontà degli stati membri. Le
organizzazioni internazionali possono fare solo ciò che il trattato internazionale stabilisce. L’unione non ci
‘ruba’ sovranità, anzi crea agevolazioni per gli stati membri ed è emanazione della volontà degli Stati. L’UE è
un’esperienza ineguagliata a livello mondiale dal punto di vista della cooperazione tra gli stati, non c’è a
livello mondiale altro esempio, per questo è considerata superiore alle altre organizzazioni internazionali.
Prima del suo avvio ufficiale e formale, il momento della sua ideazione risale al 1941/1944 quando alcuni
intellettuali italiani redissero un documento noto come ‘il manifesto di Ventotene’, una sorta di
prefigurazione politica di un’Europa unita, libera dai conflitti e basata sulla cooperazione tra gli Stati, tutto
ciò nel contesto/periodo della Seconda guerra mondiale.
DICHIARAZIONE SCHUMAN, 1950
Robert Schuman aveva convocato una conferenza stampa durante la quale fece una dichiarazione inattesa
basata su 3 passaggi fondamentali:
-L’unione non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta assieme, essa sorgerà da realizzazioni
concrete dall’attuazione di piccoli interessi comuni che rispondessero alle esigenze degli Stati.
-Questa proposta costituirà il primo nucleo di una federazione europea indispensabile per il mantenimento
della pace (come gli USA, cosa che non è, non si è poi realizzata). L’unione Europea è una comunità, non
una federazione.
-Niente è possibile senza gli uomini, ma nulla è duraturo senza le istituzioni servono istituzioni che
difendano l’UE dagli stessi Stati membri, i quali possono non essere più favorevoli da un giorno all’altro.
Infatti, il processo dell’Unione persiste tutt’oggi.
Dalla dichiarazione si avvia un duplice percorso: approfondimento verso obiettivi sempre più grandi e un
allargamento geografico. La dichiarazione era solamente un discorso programmatico, il primo passaggio
ufficiale ci fu nel 1951 con la costituzione della CECA. Formata da 6 stati (era qualcosa d’interesse comune)
cioè creare un mercato comune del carbone e dell’acciaio per controllare queste due materie prime dalle
quali dipendeva la ripresa economica europea post-guerra. L’obiettivo della CECA era di realizzare un
mercato comune in cui fosse assicurata la libera circolazione delle merci tramite l’eliminazione dei dazi
doganali e di altre restrizioni del commercio. Venivano inoltre previste politiche comuni nei settori della
concorrenza, dei trasporti e dell’agricoltura. La CECA aveva anche l’obiettivo di stabilire una pace duratura
dopo la Seconda guerra mondiale. L’anno dopo (’52) si voleva creare un esercito europeo, la CED, la
comunità europea di difesa, questo progetto fallì per via dell’opposizione del governo francese.
Il 9 maggio è la festa dell’UE, in ricordo di questa dichiarazione.
Nel 1957 si firmarono i trattati di Roma:
-EURATOM comunità europea per l’energia atomica, che esiste ancora. Esso doveva garantire
l’acquisizione di una fonte di energia alternativa al carbone e agli idrocarburi, avvertita come essenziale
soprattutto a seguito della grande crisi petrolifera prodotta dalla chiusura del canale di Suez nel ‘56.
-CEE comunità economica europea dazi doganali tolti e liberalizzazione del mercato europeo, libero
commercio. La CEE aveva nei suoi obiettivi l'unione economica dei suoi Stati membri.
(Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, e Germania Ovest), fino a portare ad un'eventuale unione
1
politica. Lavorò per il libero movimento dei beni, dei servizi, dei lavoratori e dei capitali, per l'abolizione dei
cartelli e per lo sviluppo di politiche congiunte e reciproche nel campo del lavoro dello stato sociale,
dell'agricoltura, dei trasporti e del commercio estero. Considerata la più importante delle tre Comunità
europee, il Trattato di Maastricht del 1992 ne dispose la trasformazione in Comunità europea (CE),
concepita alla stregua di "Primo pilastro" dell'azione dell'Unione europea (UE). Con l'adozione del Trattato
di Lisbona il 1º dicembre 2009 essa, formalmente, non esiste più essendo stata assorbita dall'Unione
europea.
Oggi la CECA (prevista per 50 anni) non esiste più.
Il motto dell’UE è ‘UNITI NELLA DIVERSITA’, ideato negli anni 2000.
I trattati sono gli atti giuridici con i quali di solito gli Stati formalizzano la loro volontà di cooperare, sono
accordi scritti che hanno un percorso complesso di approvazione; perciò, hanno bisogno di molte verifiche
per la loro revisione. Ogni Stato manda i suoi rappresentanti/diplomatici che devono negoziare per arrivare
ad un testo condiviso che viene firmato. La firma a volte non basta per far sorgere delle regole vincolanti e
necessita di un altro passaggio: la RATIFICA che è la definitiva manifestazione di consenso per quel trattato.
Poi vi è un controllo democratico da parte del Parlamento e in alcuni casi si fa il referendum.
Quindi, si può dividere il processo in due parti sostanzialmente:
-negoziati e firma, dal punto di vista giuridico non si hanno complicazioni
-ratifica, dopo la quale sorgono gli obblighi giuridici per gli Stati
1986- ATTO UNICO EUROPEO
Con l’atto unico europeo si ebbe un generale approfondimento dell’integrazione in nuovi settori come la
politica, l’ambiente…Fu rafforzato il ruolo del Parlamento europeo e l’abbandono all’unanimità in favore
della maggioranza qualificata. Questo trattato ha aggiunto numerose competenze alla CEE e ha fissato per
il 1992 il raggiungimento del marcato unico, aumentando i poteri decisionali del Parlamento europeo e
prevedendo per il Consiglio più numerosi casi di voto a maggioranza anziché all’unanimità.
Maggioranza relativa e maggioranza qualificata
Quando si fa riferimento alla maggioranza sul numero dei presenti si parla di maggioranza relativa mentre
quando ci si attiene alla maggioranza sui componenti totali, si parla di maggioranza qualificata.
1992- TRATTATO DI MAASTRICHT
Quello che c’era prima era una comunità, non un’unione, che strutturalmente è diversa. Fino al 1991 gli
Stati avevano collaborato nella CEE (mercato interno e economia ambientale), ci si rese poi conto che era
necessario cooperare in diversi settori, prima ritenuti riservati a ogni Stato. Si aggiunse quindi alla comunità
europea la PESC=politica estera di sicurezza comune per avere atteggiamenti comuni in politica estera e
difesa militare. Si aggiunse poi la GAI=giustizia e affari interni, con 3 materie principali come centro:
immigrazione, il contrasto al crimine e la cooperazione giudiziaria civile per le questioni di famiglia o
societarie. Si può immaginare il tutto come una costruzione a tempio con 3 pilastri.
Nacque anche il concetto di cittadinanza europea.
Con questo trattato è stata anche creata l’Unione Europea che si aggiungeva alle 3 comunità le quali
continuavano a svolgere il loro operato. L’Unione aveva la funzione di coordinamento di queste ultime e
collaborava con gli Stati membri.
Gli Stati membri sono passati negli anni dal metodo intergovernativo al metodo comunitario.
METODO INTERGOVERNATIVO Prevalenza organi di Stati, prevalenza dell’unanimità, limitato o assente
potere di adottare atti vincolanti, assenza di un sistema di controllo giurisdizionale. Esso viene utilizzato
quando bisogna prendere scelte internazionali, in cui ogni governo vota all’unanimità (applicato alla PESC e
alla GAI). In questo caso basta un solo voto contrario di uno degli stati membri, si dà quindi priorità alla
volontà dei governi.
2METODO COMUNITARIO Prevalenza organi di individui, prevalenza del principio maggioritario, ampio
potere di adottare atti vincolanti e sistema di controllo giurisdizionale di legittimità. Si usava
precedentemente nell’ambito della CE.
Con il trattato di Amsterdam del 1997 due materie (cooperazione giudiziaria in ambito civile e
immigrazione) del GAI vengono prese e spostate nel ‘pilastro’ della CE e c’è una riforma istituzionale.
(Il trattato di Nizza del 2001 è uno dei trattati fondamentali dell'Unione europea e riguarda le riforme
istituzionali da attuarme in vista dell'adesione di altri Stati. Il trattato di Nizza ha modificato il trattato di
Maastricht e i trattati di Roma.)
2004- costituzione europea
Era un progetto elaborato da una Convenzione per l’avvenire dell’Europa. Trattato che viene firmato e
adotta una costituzione per l’Europa ma in Francia e Paesi Bassi viene indetto un referendum con esito
negativo per la ratifica fallimento del progetto.
Comincia un periodo di crisi dopo il fallimento del referendum. Si arriva nel 2007 e si cerca di salvare il
salvabile: si negozia una nuova riforma dei trattati e si firma il trattato di Lisbona da cui inizia il percorso
ratifiche (Irlanda e Repubblica Ceca non ratificano).
2007- TRATTATO DI LISBONA
Il trattato scaturisce da un altro referendum che passa e:
- Cessa di esistere la CE e viene meno la struttura a pilastri vista prima (i tre sottoinsiemi), la PESC mantiene
però un regime peculiare.
- Cancellata ogni simbologia costituzionale.
- Combattuto percorso di ratifica (Irlanda, Rep. Ceca).
Fu creato un nuovo spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Nasce l’unione.
Il trattato di Lisbona si basa su due trattati importanti:
. TUE contiene le disposizioni principali che configurano i caratteri essenziali dell’Unione.
Articolo 2
L'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia,
dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone
appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal
pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra
donne e uomini
Articolo 3
(ex articolo 2 del TUE) 1. L'Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi
popoli.
2. L'Unione offre ai suoi cittadini uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne, in cui sia
assicurata la libera circolazione delle persone insieme a misure appropriate per quanto concerne i controlli
alle frontiere esterne, l'asilo, l'immigrazione, la prevenzione della criminalità e la lotta contro quest'ultima.
3. L'Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell'Europa, basato su una
crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente
competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di
miglioramento della qualità dell'ambiente. Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico. L'Unione
combatte l'esclusione sociale e le discriminazioni e promuove la giustizia e la protezione sociali, la parità tra
donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela dei diritti del minore. Essa promuove la coesione
3economica, sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri. Essa rispetta la ricchezza della sua
diversità culturale e linguistica e vigila sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo.
4. L'Unione istituisce un'unione economica e monetaria la cui moneta è l'euro.
5. Nelle relazioni con il resto del mondo l'Unione afferma e promuove i suoi valori e interessi, contribuendo
alla protezione dei suoi cittadini. Contribuisce alla pace, alla sicurezza, allo sviluppo sostenibile della Terra,
alla solidarietà e al rispetto reciproco tra i popoli, al commercio libero ed equo, all'eliminazione della
povertà e alla tutela dei diritti umani, in particolare dei diritti del minore, e alla rigorosa osservanza e allo
sviluppo del diritto internazionale, in particolare al rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite.
Articolo 10
1. Il funzionamento dell'Unione si fonda sulla democrazia rappresentativa.
2. I cittadini sono direttamente rappresentati, a livello dell'Unione, nel Parlamento europeo. Gli Stati
membri sono rappresentati nel Consiglio europeo dai rispettivi capi di Stato o di governo e nel Consiglio dai
rispettivi governi, a loro volta democraticamente responsabili dinanzi ai loro parlamenti nazionali o dinanzi
ai loro cittadini.
3. Ogni cittadino ha il diritto di partecipare alla vita democratica dell'Unione. Le decisioni sono prese nella
maniera il più possibile aperta e vicina ai cittadini.
4. I partiti politici a livello europeo contribuiscono a formare una coscienza politica europea e ad esprimere
la volontà dei cittadini dell'Unione.
Tra le disposizioni finali del TUE ci sono gli articoli 48,49 e 50 che riguardano le procedure di revisione dei
trattati, l’adesione di stati terzi all’Unione e il diritto di recesso.
.TFUE (trattato funzionale unione europea) è diviso in 7 parti.
Articolo 10
Nella definizione e nell'attuazione delle sue politiche e azioni, l'Unione mira a combattere le discriminazioni
fondate sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o
l'orientamento sessuale.
Curiosità
La bandiera dell’UE è blu perché richiamava il colore del cielo ponentino in occidente. 12 stelle perché la
costellazione Europa è costituita da 12 stelle e perché 12 è uno dei numeri che simboleggiano l’equilibrio e
completezza.
https://youtu.be/XgnXwrsMBUs
4ARTICOLO 48 TUE - REVISIONE DEI TRATTATI
Fino al trattato di Lisbona (2009) il potere di revisione restava di competenza degli Stati membri.
La procedura ordinaria di revisione prevede che il Consiglio, cui possono essere sottoposte proposte di
modifica da parte di qualsiasi governo, dal Parlamento europeo o dalla Commissione, trasmetta tali
proposte al Consiglio europeo che, dopo aver consultato il Parlamento europeo e la Commissione (allorché
non siano essi stessi proponenti) può decidere a maggioranza semplice, di procedere al loro esame. Si ha
quindi poi una Conferenza intergovernativa in cui rappresentanti degli Stati cercano di stabilire di comune
accordo un nuovo testo del trattato che deve essere ratificato da tutti gli Stati membri.
La procedura di revisione semplificata esclude la necessità di convocare la conferenza intergovernativa,
prevedendo che la modifica dei Trattati sia deliberata all'unanimità del Consiglio europeo, previa
consultazione del Parlamento europeo, della Commissione e, in caso di modifiche istituzionali nel settore
monetario, della Banca centrale europea.
Le procedure di revisione semplificate possono suddividersi in due categorie:
1)modifiche apportate alla parte terza TFUE (politiche UE, come ambiente, cultura o commercio). In questo
caso è sufficiente una decisione unanime del Consiglio europeo. È una procedura che non può mai essere
utilizzata per incrementare le competenze dell’unione, già usata per il MES con l’art.136 TFUE par.3
2) procedure passerella passaggio da unanimità a maggioranza qualificata o passaggio da procedura
legislativa speciale a quella ordinaria. In questo caso, un solo parere negativo preclude l’adozione della
decisione.
Ambedue le procedure di revisione indicate presuppongono quindi la ratifica da parte degli Stati membri,
cioè un'esplicita espressione del consenso, (quindi da parte degli organi nazionali competenti), a ritenere
vincolante il nuovo trattato. Se entro 2 anni solo 4/5 delle ratifiche, la questione è deferita al Consiglio
Europeo.
L’integrazione europea si compone di un processo di approfondimento verso obiettivi sempre più grandi e
un processo di allargamento geografico passando da 6 Stati fino al giorno d’oggi che sono 27.
ARTICOLO 49 TUE: adesione di uno Stato all’UE. Indica le condizioni di appartenenza, la procedura
di adesione e l’atto che formalizza l’adesione definitiva.
Gli Stati aderenti devono rispettare i valori democratici e dello Stato di diritto. Il processo di allargamento
alla Grecia è stato interrotto dopo il colpo di stato del ’67 e l’adesione di Spagna e Portogallo è avvenuta
solo dopo il ritorno di questi alla democrazia.
La procedura di adesione possiamo dire che si articola in due momenti di base: decisione del Consiglio di
ammettere il nuovo Stato e poi la ratifica dell’accordo di adesione, il quale entrerà in vigore solo dopo il
consenso di tutti gli SM.
-Un paese invia inizialmente la propria domanda al Consiglio, il quale può decidere all’unanimità di
concedere lo status di candidato al Paese in questione. Il Consiglio prima chiede un parere alla
Commissione (obbligatorio ma non vincolante) e l’approvazione del Parlamento.
-Si aprono poi i negoziati che consistono in una serie di argomenti esposti uno per uno e lo Stato candidato
adatta il suo ordinamento al diritto dell’Unione Europea o legislazione europea (acquis comunitario).
L’allargamento dell’Unione e il
recesso dai Trattati
5L’insieme della legislazione europea è suddiviso in capitoli tematici o settori. Questa è una procedura di cui
si occupa la Commissione.
-Una volta completati i negoziati si procede alla conclusione di un accordo di adesione tra gli stati membri e
il paese aderente. Ci vuole l’approvazione sia del Parlamento che dal Consiglio e viene poi sottoposto a
ratifica da parte di ogni Stato (che esercitano il loro potere).
Ricorda articolo 2 e 6 (diritti)
.CRITERI DI COPENAGHEN.
Per ottenere l’amissione, è necessario soddisfare il requisito geografico e alcuni criteri definiti in occasione
del Consiglio europeo di Copenaghen nel 1993 e migliorati in occasione del Consiglio europeo di Madrid nel
1995.
-criterio politico simile ai valori dell’articolo 2, esso prevede la presenza di istituzioni stabili che
garantiscano la democrazia, lo stato di diritto (poteri dello Stato separati e non influenzati), i diritti
dell’uomo, il rispetto delle minoranze e la loro tutela. (si valuta in corso dei negoziati)
-criterio economico Lo stato deve avere un’economia di mercato affidabile e la capacità di far fronte alle
forze del mercato e alla pressione concorrenziale all’interno dell’Unione.
-criterio sulla capacità amministrativa e istituzionale lo stato deve avere un apparato pubblico che
recepisca la normativa europea e che le norme nazionali siano sempre in linea con la legislazione europea.
Ai criteri di Copenaghen è stata aggiunta nel 1995 la richiesta che il paese candidato sia in grado di recepire
efficacemente nel proprio ordinamento il diritto dell’Unione attraverso un’adeguata struttura
amministrativa.
Dal marzo 2020 è in corso una nuova strategia per rivedere le procedure di allargamento poiché ci sono
stati momenti problematici, alcuni paesi non erano ad esempio pronti oppure avevano un deficit troppo
alto. Si cercherà di introdurre un ruolo più importante per la Commissione e meno importanza al Consiglio.
Ci si impegnerà poi a non frammentare troppo la fase dei negoziati e senza affrettare questo passaggio
perché altrimenti poi insorgono problemi nel lungo termine. Si valuterà infine bene la capacità
amministrativa e istituzionale per capire se il paese sta sempre al passo col resto dell’Unione. Non c’è un
termine per i negoziati mentre si possono finanziare delle riforme con l’utilizzo di incentivi.
Allargamento geografico
Francia, Germania; Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo nel 1951 fondarono l’Unione con la creazione
della CECA. il primo vero passo. Il Regno unito aveva meno interessi a creare relazioni economiche in
quanto aveva già il Commonwealth che gli garantiva stabilità economica. Mirava inoltre a rafforzare i
rapporti con gli Stati Uniti piuttosto che con l’Europa.
Nel 1973 entrano Danimarca, Irlanda e Regno Unito sono tutti paesi che per tante politiche hanno viaggiato
con il freno a mano tirato, un po' più restie, hanno sempre dato un po' di problemi.
Nel 1981 entra la Grecia.
Nel 1986 entrano il Portogallo e la Spagna che prima avevano in corso delle dittature e non c’era né uno
stato di diritto né tantomeno democrazia.
Novembre 1989: caduta del muro di Berlino con possibile allargamento verso est.
Nel 1995 entrano Austria, Finlandia e Svezia.
In Norvegia ci sono stati due referendum e in entrambi i casi la popolazione ha votato no ma ha comunque
rapporti economici stretti con l’Ue come anche Islanda e Lichtenstein.
Nel 2004 entrano Cipro, Rep. Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia e
Slovenia. (ricorda costituzione). Secondo alcuni è stato un allargamento un po' forzato perché a livello
istituzionale e amministrativo hanno portato problemi, come ad esempio la magistratura.
Nel 2007 entrano Romania e Bulgaria.
Nel 2013 entra Croazia.
6SITUA ATTUALE
L’Albania e la Macedonia del nord sono candidati ma i negoziati non sono ancora stati avviati.
Montenegro e Serbia candidati, quest’ultima è più avanti nei negoziati.
La Turchia con la quale sono iniziati i negoziati nel 2005 che nel 2016 sono stati interrotti ma non ci sono né
incentivi né disincentivi.
L’Islanda chiese l’adesione nel 2009 ma poi la ritirò. Il Marocco non rispetta l’adesione geografica.
POLITICA DI VICINATO sono dei rapporti privilegiati tra l’Ue e alcuni paesi confinanti, è una politica che
serve per mantenere proficui rapporti politico-commerciali nell’interesse di entrambe le parti.
ARTICOLO 50 TUE – DIRITTO DI RECESSO.
Per molto tempo non si era preso in considerazione il fatto che uno stato membro potesse uscire
dall’Unione, non c’era una norma per il recesso dall’organizzazione. Con il trattato di Lisbona (2009) è stato
inserito questo articolo.
Non si può togliere uno Stato, ci sono procedure di infrazione per articoli 2 e 7 ma in questo caso vengono
tolti alcuni diritti che sono parte della partecipazione di quello stato all’UE come sanzioni o la privazione del
diritto di voto, non si può buttare fuori uno stato membro.
Ogni Stato membro può decidere, conformemente alle proprie norme costituzionali, di recedere
dall’Unione. Esso continua a mantenere il suo ordinamento e in base a esso ci si può togliere, è un
passaggio puramente interno o nazionale (tramite referendum). Lo Stato in questione deve poi notificare
l’intenzione di recedere al Consiglio europeo e iniziano i negoziati per delineare come avverrà l’uscita dello
Stato dall’Unione. Successivamente si può arrivare ad un accordo di recesso che sarà concluso dal Consiglio
a maggioranza qualificata con previa approvazione del Parlamento. Si può anche non raggiungere un
accordo di recesso ed è per questo che è importante la data di notifica perché dopo 2 anni da essa c’è
comunque l’uscita e il paese non ha più diritti a livello europeo, tranne se il Consiglio Europeo decide
all’unanimità di prorogare tale termine. In realtà è possibile rinunciare alla notifica di recesso.
Il procedimento di recesso in breve
La decisione di recedere è presa secondo le norme costituzionali interne, ci dev’essere notifica
dell’intenzione di recidere al Consiglio Europeo, si rispetta il termine di due anni dalla notifica per negoziare
un accordo (tagliola) e si arriva ad un accordo di recesso concluso tra UE e stato membro.
Se lo Stato che ha receduto intende tornare a far parte dell’Unione, dovrà essere eseguita di nuovo la
procedura dell’articolo 49.
BREXIT.
Da quando è entrato il regno unito ha sempre dato problemi perché voleva rallentare e avere privilegi del
mercato interno senza avere un’integrazione completa. Anche durante il Thatcherismo il Regno Unito
richiedeva di partecipare in misura inferiore ai contributi (UK REBATE), dato che l’UE si basa su risorse
proprie e non tassa la popolazione. Il 30 gennaio 2020 il Consiglio ha approvato la conclusion dell’accordo di
recesso.
2016 CON DAVID CAMERON Should the United Kingdom remain a member of the European union or
leave the European union? Risultati: 51.89% leave; 48,11% stay
La notifica di recedere la danno il 29 marzo 2017, c’è stata indecisione. C’erano molti problemi relativi al
mercato interno. In Europa la merce circola senza problemi e senza controlli, esempio Irlanda del nord.
Hard Brexit sarebbe stata un’uscita senza accordo.
30 gennaio 2020 è stato ratificato l’accordo di recesso. Ci sono state tutte proroghe fino a dicembre 2020.
7INTEGRAZIONE DIFFERENZIATA
Il preambolo del TUE contiene la frase ‘Decisi a portare avanti il processo di creazione di un’unione sempre
più stretta fra i popoli dell’Europa’. In quello del TFUE c’è la frase ‘Determinati a porre le fondamenta di
un’unione sempre più stretta tra i popoli d’Europa’. Non è andata esattamente così perché ci sono sempre
più Stati rispetto a un tempo ed è sempre più difficile gestire le diverse politiche e i differenti interessi. Il
rischio è che non si progredisca e si rimanga bloccati perché magari altri paesi sono più indietro in alcuni
settori. Ci sono per questo motivo elementi di flessibilità:
-opt-out: protocolli legati ai trattati che limitano l’ambito di applicazione del diritto. Sono allegati con lo
stesso valore giuridico di fonte del diritto primario e specificano l’ambito di applicazione del diritto dell’UE,
in tutto sono 36. Ad esempio, l’obbligo di una moneta unica, alcuni stati infatti non hanno l’euro o
Schengen. Essi permettono agli Stati che non sono d’accordo su una questione di tirarsi fuori. Posso
decidere poi di fare per altri settori alcuni opt-in.
-cooperazione rafforzata: elemento positivo. Per la cooperazione rafforzata ci devono essere almeno 9
Stati ma la partecipazione è aperta, ci dev’essere l’autorizzazione del Consiglio su proposta della
Commissione e previa approvazione del Parlamento europeo, un’autorizzazione in ultima istanza e poi
segue il regime previsto dalla base giuridica di riferimento (procedure, maggioranze…): della norma che
attribuisce la competenza in quel campo. Gli atti adottati nel quadro di una cooperazione rafforzata
vincolano solo gli Stati membri che ne fanno parte. La possibilità di utilizzare la cooperazione rafforzata
presenta il vantaggio di evitare che l'atteggiamento negativo di alcuni governi impedisca agli altri di
procedere e dall'altra parte lascia aperta la possibilità di aderire successivamente alla cooperazione. Ad
esempio, 22 Stati membri, tra i quali l'Italia, hanno deciso di istituire una procura europea, ovvero un
organo con la funzione di cooperare in modo efficace per contrastare i reati, come ad esempio la frode
fiscale. Lo Stato che desidera partecipare a una cooperazione già avviata notifica la sua intenzione al
Consiglio e alla Commissione e quest'ultima entro quattro mesi, conferma la partecipazione dello Stato
oppure no. L'Italia, ad esempio, aveva deciso di non aderire alla cooperazione rafforzata relativa al brevetto
europeo, mentre dopo ha cambiato idea.
-La cooperazione strutturata permanente: ha d’oggetto la materia militare come il reperimento di
materiale bellico, scambio di informazioni…e sta diventando sempre più importante. è un'iniziativa
dell'Unione europea nell'ambito della Politica di sicurezza e di difesa comune volta all'integrazione
strutturale delle forze armate di 25 dei 27 Stati membri. La PESCO è stata prevista dal Trattato di
Lisbona del 2009, avviata nel 2017 e lanciata nel 2018 con il primo di una serie di gruppi di progetti.
La PESCO è simile a una cooperazione rafforzata, poiché non richiede l'adesione di tutti gli Stati membri per
poter essere avviata.
-l’integrazione al di fuori dello schema dei Trattati ovvero accordi tra delegati di Paesi senza la
partecipazione degli altri stati membri e si decide di cooperare per un certo settore come per il MES (fiscal
compact). Il Meccanismo europeo di stabilità è una società finanziaria di diritto lussemburghese a carattere
regionale, nata come fondo finanziario europeo per la raccolta di soldi presso gli investitori sui mercati ed il
finanziamento della stabilità finanziaria della zona euro.
Ricordiamo che esistono alcuni meccanismi per i quali non sono vincolati gli Stati membri, sono casi nei
quali le norme dell'Unione non si applicano a tutti gli Stati membri. Al momento i due casi più importanti
sono quelli relativi all'area Schengen e quello relativo alla moneta unica. Lo spazio Schengen è quindi un
territorio in cui è garantita la libera circolazione delle persone, l’Irlanda SM non ne fa parte ma ne fanno
parte stati terzi all’UE come per esempio la Svizzera. L'area Schengen comprende 26 paesi: 22 paesi UE e
quattro paesi extra-UE. Attualmente gli Stati membri che partecipano all'Unione monetaria dell'euro sono
19, tra i quali l'Italia. Alcuni membri hanno deciso di non farne parte mentre altri Stati ne sono esclusi
perché non rispettano le condizioni necessarie. Infatti, la partecipazione al sistema della moneta unica è
subordinata al rispetto di alcuni criteri, come ad esempio i parametri di Maastricht che richiedono un
particolare rapporto tra deficit e PIL. Un'ulteriore accordo, anch'esso concluso nel 2012, mira a garantire la
8stabilità finanziaria nell'area euro. Istituendo il meccanismo europeo di stabilità, il MES, noto anche come
fondo salvastati, sulla base di tale accordo, che ha richiesto ai fini della sua conclusione la modifica
dell'articolo 136 TFUE per garantirne la compatibilità con il diritto dell'Unione, sono concessi prestiti,
assistenza finanziaria agli Stati che presentino difficoltà tali da poter mettere in crisi la stabilità dell'area
dell'euro.
Esempio brevetto europeo, prima dovevo farlo in ogni stato perché altrimenti non ero tutelato fuori dal
mio paese mentre ora un diritto è riconosciuto in tutta l’UE. Non ne fanno parte la Spagna e la Croazia. Un
brevetto è un titolo giuridico che garantisce al suo titolare il diritto, in un determinato paese e per un certo
periodo di tempo, di impedire a terzi di sfruttare un'invenzione a fini commerciali senza autorizzazione.
La Convenzione sul Brevetto Europeo, firmata a Monaco di Baviera il 5 ottobre 1973, consente ad ogni
cittadino o residente di uno Stato membro di avvalersi di un'unica procedura europea per il rilascio di
brevetti, sulla base di un corpo omogeneo di leggi brevettuali fondamentali.
Il brevetto europeo conferisce al suo titolare i medesimi diritti che deriverebbero da un brevetto nazionale.
SISTEMA DI COMPETENZE DELL’UNIONE EUROPEA
L’unione Europea non è uno Stato e non si può dire che abbia competenze assolute, ma può esercitare le
competenze che le vengono trasferite dagli Stati membri. Le sue competenze sono definite dal principio di
attribuzione espresso da molte norme, in particolare dall’articolo 5 L'esercizio delle competenze
dell'Unione si fonda sui principi di sussidiarietà e proporzionalità. In virtù del principio di attribuzione,
l'Unione agisce esclusivamente nei limiti delle competenze che le sono attribuite dagli Stati membri nei
trattati per realizzare gli obiettivi da questi stabiliti. Si parla di specialità delle competenze poiché non sono
assolute. L’UE è basata sulla cessione di sovranità fatta dagli SM e ha competenze solo su quella parte di
sovranità ceduta. Nel processo di approfondimento c’è stato un ampliamento di queste competenze.
Quando si vogliono modificare le competenze bisogna cambiare le clausole/modificare dei trattati. L’UE
non ha finalità generale: può intervenire solo entro i limiti e i modi definiti dagli Stati membri. Le
competenze dell’UE sono attribuite nei trattati. La norma dei trattati che attribuisce una competenza si
chiama base giuridica. Gli Stati membri si propongono di realizzare determinati obiettivi comuni e
attribuiscono all’Unione le competenze necessarie per conseguirli. L’unione si propone di perseguire una
crescita economica equilibrata, che tenga conto della tutela ambientale e che miri ‘alla piena occupazione e
al progresso sociale’(art. 3 TUE). All’ampliamento degli obiettivi è seguito un ampliamento delle
competenze dell’Unione in nuovi settori.
Esiste un ‘principio di attribuzione’ secondo il quale l’unione agisce esclusivamente nei limiti delle
competenze che le sono attribuite dagli Stati membri nei trattati per realizzare gli obiettivi da questi
stabiliti. Il principio di attribuzione delle competenze comporta, come suo corollario, che tutti gli atti
dell'Unione devono trovare fondamento in una disposizione del Trattato che attribuisca all'Unione la
competenza a adottarli. Tale disposizione è indicata come fondamento giuridico dell'atto o base giuridica
ed è normalmente menzionato nel preambolo di tutti gli atti normativi. Il ruolo della Corte di giustizia è
molto importante poiché solo un'interpretazione ampia potrà portare a ritenere che un atto adottato
dall'Unione, sottoposto al vaglio della Corte, sia stato legittimamente adottato. Le disposizioni che
attribuiscono le competenze o basi giuridiche tracciano il perimetro dell'ambito in cui l'Unione può agire.
Infatti, la base giuridica consente di capire se l'Unione può agire, quali tipi di atto può utilizzare e quale
procedimento normativo deve essere seguito dalle istituzioni per adottare l'atto.
La base giuridica è la norma del trattato che attribuisce all’Unione europea il potere di adottare un
determinato atto. Di una base giuridica bisogna tenere conto di due parametri:
9